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L’istituto collettore LPP disdice il contratto

Il Consiglio della Fondazione istituto collettore LPP tira il freno d’emergenza. Esso ha informato la SSIC della disdetta del contratto di affiliazione alla Fondazione FAR, che finanzia il pensionamento anticipato per l’edilizia. Così facendo, con effetto a partire dal 1.1.2019, le rendite transitorie tra i 60 e i 65 anni non verranno più assegnate automaticamente dalla previdenza professionale all’istituto collettore. Con questa decisione gli esperti esterni confermano quello che la SSIC sostiene da molto tempo: il sistema attuale del pensionamento anticipato per l’edilizia è insostenibile e deve essere immediatamente risanato in termini di prestazioni. Il 50% dei contributi pagati si perdono in un sistema complicato e inefficiente. La SSIC esorta i sindacati a smetterla di strumentalizzare il tema e a finalmente proporre delle vere e proprie misure di risanamento.

Chi lavora nell’edilizia può andare in pensionamento anticipato a partire dal 60° anno d’età. Grazie al cosiddetto pensionato FAR, i lavoratori edili ricevono fino ai 65 anni una rendita transitoria finanziariamente interessante. Inoltre, il 18% del salario coordinato viene versato in aggiunta come contributo alla previdenza professionale. L’istituto collettore LPP ha informato la SSIC che disdirà il contratto di affiliazione della FAR alla previdenza professionale entro la fine del 2018. L’inefficiente sistema FAR è evidentemente diventato un rischio troppo grande anche per l’istituto collettore.

Sistema FAR inefficiente: il 50% dei contributi LPP svaniscono nel sistema

Il pensionamento anticipato per l’edilizia è in difficoltà non solo finanziarie. Il sistema nel complesso mostra mancanze gravi che si ripercuotono negativamente sui lavoratori edili in maniera diretta. Durante l’intera carriera professionale, ad esempio, i lavoratori edili versano l’1.5% del salario per il finanziamento del FAR. Il contributo degli impresari costruttori ammonta addirittura ad un ulteriore 5.5% del salario. Del 18% che viene versato nelle casse pensioni, non meno della metà svanisce nel sistema come premi per la copertura dei rischi. Un franco su due versati alla LPP dopo essere stati faticosamente guadagnato nell’attività edile, va quindi perso. I sindacati bloccano ogni misura di risanamento sostenibile e, in modo polemico, richiedono contributi più elevati. Così facendo mettono però le mani nelle tasche dei lavoratori, costringendoli a pagare sempre di più.

Il salvataggio del pensionamento anticipato per l’edilizia ha bisogno di vere e proprie misure di risanamento

La disdetta dell’istituto collettore dovrebbe ora essere una sirena di allarme anche per i sindacati. Gli aumenti dei contributi non salvano il pensionamento anticipato per l’edilizia: fanno semplicemente in modo che la spirale della nullificazione del denaro giri ancora più velocemente. Servono vere e proprie misure di risanamento che migliorino in modo sostenibile il sistema e che salvino così il pensionamento anticipato per l’edilizia. Già solo con i contributi che oggi svaniscono come premi per il rischio si potrebbe ridurre notevolmente lo stato d’emergenza finanziaria del pensionamento anticipato per l’edilizia. I risparmi che si potrebbero raggiungere equivarrebbero a circa un anno di pensionamento anticipato. L’ormai spossato sistema FAR deve diventare più flessibile e reattivo. Perché questo accada serve però che anche i sindacati la smettano di strumentalizzare il tema e propongano delle vere soluzioni.

Domanda di affiliazione individuale o erogazione

Se il regolamento di una cassa pensione non ammette la permanenza di pensionati FAR, questi continuano ad essere assicurati presso la Fondazione dell’istituto collettore LPP. Attualmente, oltre due terzi dei pensionati FAR sono affiliati presso l’istituto collettore. Oggi il 18% del salario coordinato viene versato come contributo alla previdenza professionale. In questo modo si è voluto garantire che la struttura dei depositi a risparmio individuali continui nonostante il passaggio al pensionamento anticipato. Con la disdetta dell’affiliazione del Consiglio della Fondazione istituto collettore, i pensionati FAR devono occuparsi individualmente dell’affiliazione alla LPP a partire dal 1° gennaio 2019, se vogliono ricevere la pensione LPP integrale dal 65° anno d’età. La situazione per i lavoratori edili che si fanno pagare il secondo pilastro rimane invece invariata.